Strano come gli ingranaggi della memoria funzionino alcune volte.
Proprio quelle volte in cui credi di aver conservato il nocciolo del ricordo, la parte più bella del momento passato... ed invece di quel ricordo evochi solo attimi di immagini quasi banali, così apparentemente "insignificanti" che si andranno ad incasellare dritto dritto nella tua beneamata memoria lungo termine.
A me è capitato di notarlo proprio qualche giorno fa, mentre pensavo all'ultimo anno passato nella mia nuova città.
Il risultato è stato singolare e disatteso, forse anche buffo, sì perché quando adesso mi guardo intorno mentre cammino nel mio ambiente adottivo, galleggiano in superficie i momenti in cui...
... scoprii per la prima volta una scorciatoia per tornare a casa
... sentii il profumo del mio portone che evocò quello delle case affittate da piccola al mare
... vidi appoggiarsi una tortorella sul mio balcone
... mi coprii dal vento freddo che il passato novembre soffiò nel giardino della biblioteca, il primo pomeriggio in cui ero a casa da sola.
... la prima sigaretta del mattino che superato il peggio ho per fortuna smesso
... le luci delle macchine del parcheggio che riflettevano sopra il soffitto della camera da letto in inverno
... il canto delle cicale in luglio
... l'arrivo della linea telefonica...
... e quei due bar che, nella mattina del primo giorno di lavoro e quel pomeriggio prima di reclamare all'ufficio del padrone di casa, furono la salvezza del mio ululante intestino.
Non sarà poetico, però adesso quando ci passo davanti sorrido... e forse ciò che prima mi appariva del tutto estraneo, ora è diventato casa.
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