martedì 30 dicembre 2008

Cin Cin in due!


Si chiude un anno e che anno!!!

Che a tratti sembrano solo momenti, altri invece paiono anni.
Sicuramente un anno di cambiamenti sofferti più o meno, ma che comunque non ci hanno risparmiati nemmeno una volta.
Alle volte mi sembra di non avere fatto ancora niente in confronto a tutte le cose che potremmo fare insieme, amore...
mentre altre invece mi sembra di correre troppo veloce e di perdere qualcosa dietro che però non so spiegare.
Alcune volte mi chiedo come mai, noi che abbiamo fatto tanti viaggi prima di conoscerci, non organizziamo il "nostro di viaggio" con tante foto, diari di bordo e ricordi divertenti da condividere insieme sul posto e raccontare agli amici poi, al nostro ritorno.

Chi lo sa forse vuol dire proprio questo crescere, il complicato è forse farlo insieme, di coppia.
Si cambia da soli e si cambia di coppia... che casino alle volte.
Poco tempo fa una persona mi ha detto che quando si vive insieme si cambia, ma è necessario conservare qualcosa di noi che ci appartiene, altrimenti si corre il rischio di non riconoscersi più e confondersi solo.
Scommetto che anche adesso ti starai dicendo "Ma quanto pensa! Quant'è complicata!!"
E magari hai ragione eheh! Porta pazienza che anch'io un giorno (forse) troverò il mio equilibrio (ma forse anche no).

Nel frattempo vale anche per noi l'augurio zen:

"Buttiamo via i vestiti che non ci piacciono più, compriamone di nuovi e teniamo quelli che invece ci vanno ancora bene..."

Perché mi piace la vita che abbiamo scelto insieme e sono orgogliosa di tutto quello che abbiamo fatto e come: ridendo, parlando, discutendo (non troppo se no ti stanchi...hihi) e mi sono anche resa conto che adesso forse è necessario fare un passo successivo, quello di darci nuove mete, creare nuovi stimoli, non diventare una coppia che vive insieme e basta (che tra l'altro non lo siamo mai stati) mantenere quell'originalità che ci ha sempre distinto dagli altri, perché dobbiamo continuare a credere nella nostra unicità di coppia.
Per noi è ancora presto parlare di routine ed i piccoli sforzi vanno sempre fatti... insieme.

Affinché il nostro buon vino resti sempre della migliore qualità!!!
Tanti auguri a Noi!!

tua Medea

lunedì 29 dicembre 2008

Leggero









"Non è detto che uno decida cosa diventare,
è più probabile che uno diventi quel che non ha mai deciso"

(Paola Mastrocola " e se covano i lupi")

mercoledì 24 dicembre 2008

Auguri di neve


Il fumo dagli occhi passò nelle sue mani
... e da lì soffiò.
Un soffio sincero di quelli che se ne vedono pochi
soffiò dall'alto al basso, 
proprio in cima al monte pandolce dove si era arrampicato.
E dal soffio comparvero mille granelli minuscoli e colorati.
Infinito pulviscolo dolce 
che in un attimo sbucò dal nulla e nel nulla prese il suo spazio.
E fu come un avo pellerossa,  che scelse di diffondere il suo messaggio.



sabato 20 dicembre 2008

Sospensione temporale















C
onfusione,
gente che va gente che viene
devo concentrarmi solo su quello che sto facendo,
guardare solo quello che mi serve.
Selezionare l'area visiva restringendo il campo oculare al minimo.
Come quando l'occhio aperto si socchiude di fronte a un'ondata improvvisa di luce.
Camminare adagio, molto adagio
rallentare tutti quei movimenti che spontaneamente accellerebbero il loro corso.
Controllare il battito.
Far sì che non imploda in petto, cullarlo sussurrandogli che non è vero che sta male,
dirsi come all'interno di una scura caverna che non è buio fuori.
Vietato pensare a quello che si prova o ti risucchierà totalmente
porre invece l'attenzione a ciò che di più banale si verifica fuori da te.

Se fosse un colore sarebbe il grigio
se fosse un oggetto sarebbe un gomitolo
se fosse un espressione sarebbe un viso colpevole
se fosse una voce sarebbe un urlo interrotto
se fosse un indumento sarebbe un poncho della pioggia
se fosse un disegno sarebbe astratto e colorato
se fosse una canzone sarebbe ad alto volume
se fosse uno spazio sarebbe un ascensore
se fosse un tempo sarebbe sospeso
se fosse un'idea sarebbe un viaggio.

Fioretto di Natale



Ho deciso che si può prendere soprattuto il bello di ogni esperienza, qualsiasi ti capiti a tiro.
Ho pensato che in fondo non val la pena spaccarsi la testa per un futuro che tanto andrà come prestabilito da qualcun altro, questo un po' lo faccio per delegare ed avere una responsabilità minore, un po' perché in fondo ci credo davvero.
Assisi ancora insegna.
Adesso sono qua ed è qui che impegnerò le mie ore ed i miei obiettivi futuri a breve o lungo termine, qui che investirò le mie ore lavorative e le mie profonde o superficiali amicizie Milano e dintorni... sempre qui che imparerò qualcosa di nuovo.
Se uno è troppo piegato su se stesso non vedrà mai ciò che ha intorno, deve alzare lo sguardo per vedere bene la strada ed indossare le scarpe giuste per camminare.
Bella frasetta da bacio perugina, brava !... Sinceramente la cancellerei per una questione di dignità, ma poi anche no... mica solo gli altri devono essere ottimisti, ecchecavolo!



giovedì 18 dicembre 2008

Coma etilico di sapienza


Penso che non sia facile, conoscere i propri limiti
ma ancora più difficile penso sia accettarli e dopo forse, allora si supereranno.
L'unica strategia probabilmente è non alimentarli nel loro crescere o non ti daranno mai pace.
Personalmente sono quasi stanca, ma poi non è che abbia molte alternative.
I pensieri vanno fermati, selezionati, filtrati...
maledetto controllo che mi dicono che non devo avere ma che poi devo adoperare lo stesso perché mi serve per tutelare me, salvaguardare noi, non far prevalere la loro invadenza, crescere, lavorare, essere donna, non ricordare, non perdonare.
"Si perdona veramente tutto eh?"
"ma io non ho mai odiato nessuno e loro non sono dei mostri questo sia ben chiaro, per tutti"

Devo accettare i miei limiti o le mie caratteristiche? e poi chi decide che sono limiti e chi dice il contrario...?

Va bene, come chi vorrebbe fare il cantante e ci prova e riprova e non si accorge che è stonato o che ha una voce assolutamente banale.. anch'io.
Anch'io volevo essere quella che non sentiva la mancanza di nessuno, quella che avrebbe mandato solo tante belle cartoline... che sarebbe tornata bellissima e ricca di tutti i suoi viaggi e... cazzo se la sento la mancanza !
Ho sempre detestato piangere ma è forse l'unica cosa che so fare veramente bene e farla durare a lungo, fanculo io ho bisogno di piangere!
Ho sempre detestato mio padre e odiato chi mi diceva che ero uguale a lui... me ne sbatto ci somiglio davvero e allora? guardatevi il vostro di padre e da chi avete preso voi, poi ne riparliamo.
Paura della paura, è forse il sentimento che mi ha spinto fino qua... devo rinnegarlo proprio ora?

Bravi solo a bere sapienza e vomitare parole.




martedì 16 dicembre 2008

Panchine...


"Penso che bisogna scegliere cosa fare nella vita" disse il lupo burbero: "o si va o si sta, o bici o panchina".
Così il riccio inforcò la bici, felice di pedalare dietro al lupo, e un po' infelice di lasciare la sua panchina amata.
Prima di partire, le accarezzò a lungo le verdi listarelle di legno e le sussurrò di non preoccuparsi, che sarebbe tornato molto presto.
E dentro di sè, in gran segreto, pensò che spesso nella vita sarebbe bello non scegliere affatto.

(tratto da " E se covano i lupi" Paola Mastrocola)

martedì 9 dicembre 2008

miraggi



Ostacolo all'orizzonte o è solo la coda della cometa?

venerdì 21 novembre 2008

Noviembre


Strano come gli ingranaggi della memoria funzionino alcune volte.
Proprio quelle volte in cui credi di aver conservato il nocciolo del ricordo, la parte più bella del momento passato... ed invece di quel ricordo evochi solo attimi di immagini quasi banali, così apparentemente "insignificanti" che si andranno ad incasellare dritto dritto nella tua beneamata memoria lungo termine.
A me è capitato di notarlo proprio qualche giorno fa, mentre pensavo all'ultimo anno passato nella mia nuova città.
Il risultato è stato singolare e disatteso, forse anche buffo, sì perché quando adesso mi guardo intorno mentre cammino nel mio ambiente adottivo, galleggiano in superficie i momenti in cui...

... scoprii per la prima volta una scorciatoia per tornare a casa
... sentii il profumo del mio portone che evocò quello delle case affittate da piccola al mare
... vidi appoggiarsi una tortorella sul mio balcone
... mi coprii dal vento freddo che il passato novembre soffiò nel giardino della biblioteca, il primo pomeriggio in cui ero a casa da sola.
... la prima sigaretta del mattino che superato il peggio ho per fortuna smesso
... le luci delle macchine del parcheggio che riflettevano sopra il soffitto della camera da letto in inverno
... il canto delle cicale in luglio
... l'arrivo della linea telefonica...
... e quei due bar che, nella mattina del primo giorno di lavoro e quel pomeriggio prima di reclamare all'ufficio del padrone di casa, furono la salvezza del mio ululante intestino.

Non sarà poetico, però adesso quando ci passo davanti sorrido... e forse ciò che prima mi appariva del tutto estraneo, ora è diventato casa.


giovedì 20 novembre 2008

AbraCadabra


Se mi guardi sono solo una bambina che si porta dietro il suo scrigno di tesori,
sono quella che ti appare in sogno mentre pensa davanti alla finestra
quella che con lo sguardo perso nel vuoto, sta ingenuamente parlando con la sua fatina...
immaginaria dirai tu,
vera coreggerebbe lei.
Sì perché lei la vedeva davvero.
Se mi guardi sono ancora la che aspetta consigli su come non farti litigare quella sera, il mattino dopo, la cena seguente.
Se mi spii, sono la bimba che silenziosamente si metteva a dormire accanto al letto per sentirti ancora respirare.
La bambina che sapeva di non essere il tuo cane da guardia... eppure ti controllava, ti guardava, ti osservava.
Ma tu non la vedevi mai e lei lo sapeva perché... perché era una bambina magica che poteva anche diventare invisibile.
Così quando ti chiamava e non la sentivi lei sapeva il perché: era stata troppo brava nel suo incantesimo... nessuno la vedeva, nessuno la sentiva.

Iniziò il suo apprendistato di magia molto presto:
  • la sua scuola la faceva affacciata dalla finestrella del bagno della nonna, il pomeriggio dopo la scuola, così nessuno poteva sorprenderla a parlare con Frizzi...
  • sopra un quadernetto scriveva le formule magiche per non dimenticarle...
  • insieme decidevano che argomenti portare a tavola quella sera: era vietato perlare di donne e uomini, di soldi e di regali ai parenti (a Natale o nei compleanni, Battesimi e così via)
  • Il coltello più appuntito doveva capitare a lei e la sua sorellina, quelli arrotondati potevate tenerli, se c'erano piatti e bicchieri spaiati, quelli comuni andavano sempre a voi... così in questo modo avreste avuto lo stesso pensiero (stessi piatti stesso pensiero, facile no?)
  • se la luce della camera da letto rimaneva accesa troppo a lungo scattava l'allarme, se rimaneva spenta si poteva dormire tranquilli, forse.
  • Al mare non era possibile litigare (era magico)... poi però capii che non era proprio così per voi
  • Se la bimba riusciva a vestirsi, a scartare un cioccolatino o raccogliere qualcosa da terra velocemente, prima del finire del suono delle campane o di una pubblicità o di una canzone, il desiderio espresso si sarebbe avverato.
Eccola... te la ricordi? La vedi ancora? Lo so che non la vedi più...
... E' andata via.
Sta imparando nuove magie, senza la magia.
La vedrai ancora tante volte nei tuoi sogni, nella solitudine che provi quando ti guardi in giro e non la trovi... nelle foto che rimetterai in luce sopra il tuo comodino.
No non è più nel bagno della nonna, non è più chiusa nella sua cameretta a disegnare fatine o preparare festicciole, no.
Credi sia invisibile per una sorta di magia?
Spiacente mamma, papà... lei è andata via davvero.



mercoledì 5 novembre 2008

Il ragazzo del tempo



Il ragazzo del tempo si sveglia e vede che è già mattina.
Non s'infila le ciabatte ma salta giù dal letto e corre a vedere subito se fuori piove o c'è il sole.
Fa così ogni giorno da 500 anni.
Lo fa perché il mestiere di chi informa la terra, se prendere l'ombrello o meno non è da tutti.
Il ragazzo corre scalzo, perché dove abita lui non c'è il pavimento di marmo
non ci sono i fili d'erba, zucchero sì, quello tanto... a volontà.
Indossa alle volte delle speciali calze anti zucchero. 
Speciali per evitare che i piedi si appiccichino, ovvio.
Il ragazzo si sveglia da 500 anni e fa sempre le stesse cose, non è mai stanco perché è nato per quello. 
Destino, sulla terra lo chiamano, ma lui preferisce chiamarlo come lo chiamano dalle sue parti: Amore.
Il nonno di suo nonno di suo nonno ed anche il suo papà facevano lo stesso.
La sua mamma no perché si chiama Aria... ed è lei che le dice se arriverà la pioggia oppure il sole.
Non l'ha mai vista, la può solo sentire...
infatti il ragazzo tempo si sveglia in fretta perché non vuole perdere quell'attimo...
l'unico attimo in cui, con un bacio la mamma gli svela il segreto del tempo che farà.
La vede arrivare da lontano sulla sua carovana gitana di nuvole,
bellissima quando è avvolta nella sua gonna di neve...
stupenda, quando il suo bacio è bagnato di rugiada del mattino.

Il nonno di suo nonno di suo nonno non hanno mai cambiato mestiere.
Neanche il suo papà.
Ed il ragazzo Tempo lo sa perché, anche se non glielo hanno mai detto.
Aria porta con sè il mistero di quel patto, la motivazione dischiusa sulle sue labbra.
Il ragazzo del tempo lo sente il suo destino,
allora rimane con la guancia sospesa sulla ringhiera del balcone... in attesa.
Il fresco leggero della sua carezza, 
altro non è che il rinnovo segreto di quella promessa ... ogni nuova mattina.



martedì 4 novembre 2008

dentro/fuori


Ora sento le gocce di pioggia
le sento cadere dal balcone del sesto piano,
al quinto ci siamo noi.
Dentro
si sente l'eco delle mie parole
che sono la pioggia la fuori.
Fuori, che sono il tintinnio qua dentro.

lunedì 3 novembre 2008

L' attesa













A
ttendere che si faccia sera, attendere che sia pronta la cena,
attendere il tuo arrivo
attendere che il treno parta, attendere una tua risposta
magari dopo una mia domanda.
Attendere che arrivi domani, attendere che spiova
attendere la neve a Natale
...
attendere una stella cadente
attendere che la notte finisca,
attendere dopo il lampo solo il rumore del tuono
attendere dopo la tempesta anche l'arcobaleno
... ma una sola volta è stato bello davvero...

Attendere che le tue mani mi sfiorino
che i panni si asciughino al sole
attendere un viaggio
attendere un figlio
attendere che la vita cominci ogni giorno
attendere una nuova resurrezione...
il miracolo del sole che muore
l'affievolirsi di un vecchio dolore...
l'attesa che germogli la mattina
l'attesa della prima volta
l'attesa dell'attesa
...
l'attesa di una sorpresa romantica
l'attesa di un tuo bacio
o di un fiore rubato...

giovedì 30 ottobre 2008

Polaroid Okland

Stanotte c'erano vortici di vento che mutavano i pensieri in sogni e i sogni in ricordi...
Chissà perché mi è venuta in mente la Romania...
e quella sera in cui io e Gabor passeggiavamo nel buio del villaggio.
Mi sentivo sicura nella stretta della sua piccola mano da uomo, perché lui vedeva benissimo immerso in quell'oscurità che era casa sua e che a me pareva notte buia e basta.
Mi è venuta in mente l' ombra di quel vecchietto che mi passò accanto ubriaco ed io quasi non me ne accorsi... così silenzioso da sembrare uno spirito, come tanti lì.
In mente, l'immagine di quando siamo partite... e Gabor che rincorreva la macchina, per salutarci.
Quando con loro, per la fame, andavo a raccogliere piccole pere cadute dagli alberi...
Fu un viaggio acerbo quello,
di quelli che non parli tanto
di quelli che chissà perché, 
hanno ancora bisogno di essere detti.

Senso

















Il senso di vertigine, quello di paura
il senso per il sangue, il senso della vita
quello della morte senso non ne ha.
Il senso senza senso, 
il cartello dice senso unico ma la strada tua qual'è.
Il senso dell'andare, quello dell'amare
il senso dell'odiare, quello dell'urlare
se hai ragione un senso c'è.
Il senso del discorso, i nostri cinque sensi 
uno, due, tre, quattro, cinque
il sesto non si vede però c'è.
Il senso di stare qua
il senso di andare là
il senso di un bacio, di uno schiaffo e di un sogno,
il senso delle malelingue che sono sempre mezze verità.
il senso dell'acqua e del fuoco
il senso, il senso, il senso
il senso che custodisci
che t'importa di quello che c'è fuori... che senso ha quello che hai dentro?
in fondo se tutto il resto esiste, un senso ci sarà.

venerdì 24 ottobre 2008

2 agosto - 24Ottobre 2008













L'ho tenuta sempre con me,
vecchia pagina starppata chissà in quale giornale chissà quanti hanni fa.
Praticamente mi sembra di everla da sempre...
... Eppure mai come adesso, conosco frase più vera...

La libertà non è una cosa 
che si possa dare;
la libertà uno se la prende,
e cisascuno è libero quanto vuole esserlo.

James Baldwin

giovedì 23 ottobre 2008

Anni-in-autunno




Ebbene sì, domani compio gli anni.
Quanti?
Non è importante io non mi soffermerei troppo.
Valuterei invece questa osservazione che indica, almeno credo, un cambiamento...
un diverso punto di vista acquisito nell'ultimo periodo, proprio dopo aver pensato di aver toccato il fondo e sfiorato la tragedia (chissà se gli anni mi toglieranno sta tendenza al dramma).

Oggi ho questa sensazione: aver perso la battaglia ma aver vinto la guerra.

E' finita l'estate ed il tempo si è ingrigito, dando al cielo quella sfumatura che solo noi delle città del nord forse conosciamo.
Camminavo ieri con il mio cucciolo abbastanza di fretta, ma lei aveva in mente qualcos' altro che tardava il mio procedere lesto. Doveva tuffarsi in ogni chiazza verde piena di foglie, doveva proprio, così mi sono fermata. 
Ed allora ho pensato all'autunno ed al fatto che le foglie cadono.
Già, perché cadono?
Ieri non mi sono accontentata della solita risposta del ciclo stagionale che si ripete,

no-davvero-io-questa-volta-no.

Guardavo il muso del mio cane spazzolare via le foglie , gustavo la vista della sua coda esaltata in mezzo a quel tappeto che saltellando smussava in aria qua e la.
Non è solo un ciclo.

Le foglie cadono per farsi ammirare, ecco ciò che valutai
Quando, se non durante l'autunno si può camminare guardando per terra le loro perfette forme aguzze o arrotondate dai colori bellissimi ed unici? 
Quando se non in questo periodo le vedi cadere avvolgendosi su se stesse come trottole silenziose nell'aria? E quanti bimbi con le loro maestre o le loro mamme ne coglieranno per farne tanti bei collage colorati?
Le foglie cadono per farsi mirare e rimirare.
Siamo troppo piccoli per ammirare gli alberi quando rigonfi di foglie se ne stanno lassù, solo i passeri possono goderseli. 
E allora una volta all'anno sono loro che gentilmente scendono da noi.

Ecco, io l'odiavo questo periodo... perché precedeva il periodo che ancora di più temevo: l'inverno, il freddo, il gelo, il vapore che esce dalla bocca quando ti scaldi le mani, la luce che la sera va via prima, la mattina che sembra ancora notte, le luci accese in casa quando è giorno...

No-questa-volta-io-davvero-no.

Se tutto ha un suo spazio, un suo cadere ed un suo rinascere allora ci sarà anche per me.
Compirò gli anni una volta sola quest'anno, Ottobre mi concederà come regalo una danza che non ha rivali, dei colori che non hanno eguali... 

... la gentilezza degli alberi ed una casa calda dove passare il mio inverno.

mercoledì 22 ottobre 2008

Etimologico




Crescere:
dal latino crescere, dalla stessa radice di creare. 
Dal composto latino concrescere, il participio passato con-cretus (concreto), 
passò a significare prima condensato e poi reale.

sabato 4 ottobre 2008

Il monologo del pagliaccio


Quello che vorresti dire e non dici
quello che vorresti ricordare e invece dimentichi
quello che vorresti essere e non sei
quello che sei o che sei diventato
chi ti sta vicino e chi ti sta lontano
a Chi preghi ma a volte ti dimentichi di farlo
per le idee che hai in testa che alle volte maledici alle volte coccoli
quando una persona è troppo entusiasta del mondo ed i conti non tornano
quando una persona è così triste da sentirla dentro
quando i ricordi bruciano ed il futuro chiama
quando ti senti di andare ma anche di restare
quando sai che vuoi piangere ma non puoi
per le notti piene di sogni e quelle piene di incubi
per le notti che invece ti lasciano in pace
Per i sogni sognati ed anche avverati
la benedizione di vivere ma soprattutto di esserci
l'abbraccio caldo della sera sul divano con lui
per la vita avventurosa che non è mai detto
perchè il viaggio dicono parta prima da dentro
per questo tempo che si dilata e si accorcia come vuole lui
per un cielo che quando è grigio sembra essere offeso
se è bello è bello punto e basta.
Perché se è vero che dal silenzio escon parole astratte
dal mio adesso staranno allestendo un circo
di saltimbanchi, funamboli e trapezisti
poi bianchi cavalli dalle allegre criniere
fachiri e tigri ed anche un pagliaccio
si ma non di quelli tristi, no cari spettatori
sarà un pagliaccio ironico il mio
perché sa che nella vita si ride ed anche si piange
perché nella vita si resta ma anche si parte
perché il mio pagliaccio ha lavorato nei circhi più famosi
lui che è un professionista
e sa che non si può diventar un vero artista
se fai di un luogo o di una persona il tuo padrone.
Il mio pagliaccio le chimere se le porta in tasca
ed in silenzio solo le mostra alla luna
ella sorride e le trasforma in lucciole
che chete chete se ne vanno a spasso
tanto lui lo sa
ritorneranno.



mercoledì 1 ottobre 2008

Giro di boa



" La tua parte sana ti ha salvata... perché sei in gamba "

Come sentirsi finalmente approdati su una zattera, dopo aver annaspato in mare aperto per tanto tempo, senza sapere quale fosse la direzione da prendere per dirigersi a terra.

" Non dimenticarti i traguardi raggiunti, sono importanti "

Perché iniziai a spogliarmi del vestito che mi avevano attaccato addosso ed allo stesso tempo, vergognandomi della mia improvvisa nudità, fremevo per indossarlo ancora.
Avevo solo quello.

" Attraverso i tuoi sogni stai chiudendo i conti di quello che eri "

Non ero nuda senza il loro vestito allora... ero solo me stessa.

martedì 30 settembre 2008

Senza lucchetto





Com'è strana questa evoluzione.
Quando avevo 12/13 anni cercavo ogni più diabolica strategia per nascondere i miei diari segreti.

E ora?

Senza dubbio non è il blog più letto del web, non fa nemmeno parte di classifiche, su google faccio fatica persino a trovarlo io... eppure, eppure questo modo nuovo di nascondermi sapendo di poter essere letta mi affascina. La libertà che ho di farne quello che voglio è ancora meglio, quel "ci sono non ci sono" che alletta il mio spirito ammorbidendo il mio scrivere.
Per riassumere insomma: le mode assorbono tutti alla fine, chi più chi meno.

lunedì 29 settembre 2008

La descrizione di un attimo

In questo vento mi ci faccio portare
e la schiuma che con l'onda rinfrange
pare una mano che avvolge sospirando la spiaggia,
un bacio che schiocca sui sassi.

Che in questo vento ritornino le fatiche, le ansie e le preoccupazioni
che ritornino là da dove sono venute
e se dall'inferno dell'anima mia fossero giunte
bene, che allora si chetino quelle maree
che io questa ora voglio mirare.

Questo odore,
queste gocce
questo cielo
questo mare...
Che non c'è niente di meglio stamattina
che prendere una lezione di volo
da quel gabbiano laggiù.

(Medea Estate 2008)

Logica insoddisfatta



Come in alcuni casi la lontananza generi avvicinamento è una domanda cui la risposta sembrerà chiara e scontata a molti.
Io faccio parte dei pochi... senza lamentarmi sul risultato, ovvio.

mercoledì 24 settembre 2008

Cambio di stagione


Diciamo che uno non sceglie proprio di essere ciò che vuole... perché se fosse così, allora dovrei ammettere qualche erroruccio nelle valutazioni in itinere della mia crescita.
Nasciamo con un bagaglio biologico personale, questo è scientificamente provato.
Ma non ho ancora capito dove sia il bello, visto che una volta fuori utero, tenteranno di annientarlo.
Così un bel giorno, dopo aver finalmente rotto le sbarre famigliari, limate per anni con il tagliaunghie di Barbie, ti accorgi che quelle mentali (di sbarre) te le sei portate dietro.
Grandioso.
Sì, perché se prima tutte le tue attente e diaboliche strategie di fuga servivano a sopravvivere dietro quelle sbarre, ora che sei fuori non puoi più adoperarle... a meno che tu non iniziassi a simularne una nuova di gabbia.
Acc... che strano collegamento in libera associazone... (ci penserò su)

Immaginatemi ora come davanti al mio armadio, con tutti i vestiti appesi. La valigia che mi sono portata dietro l'ho svuotata nella mia nuova casa, ma nessun abito ora sembra essere adatto alla situazione.
Un disastro perché nudi mica si può uscire.
Così oggi ho avuto la conferma. Siamo costruiti davvero su ciò che viviamo e su ciò che sentiamo perché il resto, il bagaglio iniziale, può solo modificare in meglio o in peggio il risultato finale.
Sembra una burla così detta.
Ma se è triste scoprirla quando il tuo bagaglio non va, è positivo il fatto di accorgesene attraverso millemila segnali che corpo e mente ti danno.
E non è una frase fatta il suggerire di ascoltarli, perché nessuno al posto loro verrà a dirvelo questo è certo.

Di questa situazione si può tirar fuori un dramma ma si può anche riderne, a me la scelta.
Considerando a mio vantaggio il fatto che io i segnali li ho ascoltati, non mi resta che scegliere volutamente di mettermi all'opera per un ... come posso chiamarlo adesso... cambio di stagione?

martedì 23 settembre 2008

Memo


"Nel lavoro come nella vita, occorrono bravi maestri". (prof. Ciampolini)

"Accorti come serpenti e puri come colombe" (Roberta)

"Cercate sempre di capire la storia dall'interno, mai dall'esterno". (prof. Caramella)

"Perché? credi di valere solo un ballo?... (Simona)

"Tutto fa curriculum" (Alessandra)

"Vedrai amore... che poi si cresce... (Principe)

"Alle volte i conti, tornano dopo..." (zio Daniele)

"La vita è come la scala di un pollaio: corta e piena di merda" (Barbarella)

lunedì 22 settembre 2008

La mia scatola di gelato


Mentre attendo, annoto:
annoto i visi delle persone che conosco da poco, che ho visto di sfuggita, visi di coloro che forse il tempo mi renderà amiche o che sento già nemiche.
Tengo in fronte, scritto in bella vista "cercasi un buon maestro/a", anche se forse una ne ho appena incontrata.
Annoto i fatti e le sensazioni, le prove e gli errori di questa rinascita un po' incerta che mi sta dando delle possibilità.
Sento i richiami di quello che ero una volta e che non sono più, ma non sono ancora.
Si parla di ruoli non di identità... su questo mi sbagliavo...
E mi sbagliavo anche quando pensavo a mio padre come il male e i miei sogni come impuri, da rigettare nel fango, da nascondere sotto terra.

La mia vaschetta di gelato come scatola di ricordi, questo annoto.
Ma annoto anche tutti i ricordi che mi passano sottomano tutti i giorni, troppo grossi per stare in una scatola, una qualsiasi scatola.
Forse il fatto è che... i soli ricordi che puoi mettere sottovuoto sono quelli che ti hanno parlato e che ora non sono più. Quelli che vai a cercare quando sei tu a voler cercare loro e non il contrario. Perché quegli altri di ricordi, quelli ancora vivi intendo, se ne stanno bellamente attorno a noi... quasi fosse solo la nostra mente, l'unica scatola possibile per loro.

giovedì 11 settembre 2008

Due di uno


Oggi sono 29 mesi... oggi sono 10 mesi, oggi si ricorda che se ne inizia uno nuovo e che diventerà l'undicesimo... Si perché oggi ricordo come fosse ieri ciò che avvenne appunto, in quel lontano ieri.
Tante mani e tanti occhi che salutandoci improvvisamente divennero due e si guardarono a lungo.
Ventinove mesi che ci guardiamo e che guardiamo avanti, undici mesi che ci guardiamo, guardiamo avanti ...e tentiamo di capirci.
Perché se l'amore smettesse di sbilanciare equilibri vecchi per riformarne di nuovi forse non sarebbe amore.
Perché io sento che nell'amore ci deve essere forza per guardare l'altro ma soprattutto per guardare se stessi, allora si che si potrà veramente parlare di due che diventano uno.
Immagino i due innamorati leggeri come il disegno di un profumato incenso che vaga al di fuori e al di dentro delle loro anime. L'uno nell'altra e viceversa, poi fuori insieme nel vento e dopo attraverso lei e insieme attraverso lui... e poi ancora nel vento.
Immagino un fluire spontaneo senza imbarazzo, un fuoriuscire l'uno dall'altra come se fosse un respiro... esattamente come l'inspirare e l'espirare fanno parte di uno stesso delicato e sincronizzato movimento, così fanno per me due anime che si appartengono.

mercoledì 10 settembre 2008

Mea culpa


E va bene lo confesso... sono stata io a ficcanasare
un sacco di volte in cose che non mi riguardavano affatto (un momento, fino un certo punto...). Sempre io a sospettare e controllare che non ci fossero raggiri di parole e di sentimenti. Ok non sono il massimo della correttezza ma a me è questo che mi hanno insegnato (o almeno è questo che mi è stato spiegato dalla mia cara www.guru/psic.it) e se un po' la cosa mi consola e mi fa sentire una piccola vittima da coccolare e consolare, dall'altra mi fa vergognare profondamente.
Certo, perché laddove cominciavo a pensare di essere così, ecco che arriva una a dirmi che si può essere diversi.
Bella botta no? Soprattutto perché se accetti di essere diversa devi accettare le clausole implicate nella trasformazione che va dall'essere, all'essere di nuovo... dove nel nuovo essere non ti ci riconosci ancora.
Ma la grossa batosta non è stato confessargli le mie strategie di attacco formato SS, bensì essere stata scoperta senza avermi mai detto niente... Questo si che è un colpo basso.
Così addio mail, addio cazzebubbole varie perché ora so che potrebbe beccarmi.
Insomma cari qualcuno che ancora non leggete e magari non leggerete mai (o forse lui mi ha già scoperta)... fottuta sono.

lunedì 8 settembre 2008

Semmai un giorno...


Ieri parlando seduti tranquillamente con accanto palla di pepe mi ha detto che se mai dovessimo lasciarci, il blog che adesso gestiamo insieme (o meglio dove io ci metto mano un po' qui ed un po' li) lo chiuderebbe.
Certo è naturale... che senso avrebbe tenerlo in vita con tutte le foto e le parole e le frasi etc... che ricordano noi.
Però ad un tratto mi sono sentita strana.
Tutto questo etere, tutto questo spazio dove poter scrivere, dove sei libero di urlare amore ed odio in un' infinito impalpabile, dove scrivi pezzi di vita che più o meno ti appartengono e poi... con un tasto puoi cancellare tutto.
Tutto.
Certo che brutta fine sarebbe... io non troverei più lui, ma soprattutto, non troverei più me stessa.
Come fa paura l'amore a volte.

il cielo in una stanza


Alle volte le prediche dei matrimoni non sono poi così male, così in quest'ultima non ho avuto particolari difficoltà a seguirla...
parlava di una casa da costruire in due e di due persone che decidono di vivere insieme e lo fanno pensando ad un loro castello... facendo e disfacendo le idee di arredamento che via via si vanno formando.
Ebbene il prete ha detto "chiunque entri nella vostra casa dovrà sapere che è solo vostra, unica ed irripetibile.
Unica ed irripetibile.
Queste parole mi risuonano soddisfatte nelle orecchie... sì perché sebbene arrangiata con mobili prestati o regalati, sebbene non ancora definitiva come non lo è la città (almeno per ora domani chissà), mi piace.
Sento che il luogo che all'inizio sentivo come il più triste e vuoto, ora stia diventando il nostro piccolo rifugio colorato e caldo come una casa deve essere, ma soprattutto, unico e diverso da tutte le altre.

lunedì 1 settembre 2008

Respect


Mi vengono in mente le immagini di quando tutto incominciò, quando lei gli chiese solo di ballare... quando le serate erano un turbine di cocktail e musica fino alle quattro del mattino e terminavano a lezione la mattina dopo... Dopo, quando all' aereoporto mi disse che era incinta e poi gli diede due figli, due bimbi che lui non le aveva mai chiesto ma che lei forse pensava sarebbero stati la colla delle loro anime. Cos'è che fa resistere una donna a restare con un uomo anche se questo prende e succhia la sua vita senza dare nulla in cambio è un mistero che neanche la Bibbia sa spiegare.
Ma anche questa è vita, forse, o forse ne è la piega più brutta, quella che si fa beffa di noi che non capiamo mai le cose in tempo. O forse ci allontaniamo da quelle persone che la verità ce l'hanno scritta negli occhi per non vederci riflessi i nostri sbagli e la certezza che ne faremo ancora.
Lei ha smesso adesso, spero.
Perché? Perché stanca di essere maltrattata, perché un naso rotto in tre parti con una prognosi di quaranta giorni non si dimentica e forse, al di sopra di tutto, gli occhi dei suoi figli non ha potuto allontanarli... e li ci ha visto riflessa la verità che loro non nascondevano come lei, tutto l'incredibile marciume che si portava addosso e intorno da anni.
Ciascuno paga per le proprie scelte prima o poi, io tra poco riprenderò il treno e non la rivedrò chissà per quanto... me ne vado via senza averle detto nulla di me ancora una volta... non importa. Cura i tuoi figli amica perché loro i passi falsi non se li dimenticheranno.
Respect

lunedì 25 agosto 2008

marciapiedi di città


Ad un tratto capisco che devo tornare ad essere quello che ero, perché raggiungere dei traguardi non vuole affatto dire essere arrivati, non significa non avere più niente da progettare...

E' vero, in soli due anni la mia vita è cambiata portandosi dietro quello che da tanto bramavo nell'ombra dei miei desideri più nascosti, avverando così tutto ciò che più desideravo al mondo.

Camminando in questa città capisco che non sono stata io a scegliere lei, bensì il contrario.

Sono quindi davanti a due alternative: dibattermi per ritornare al punto di partenza oppure smetterla di rimpiangere e cominciare a camminare orgogliosa della scelta fatta, in qualunque luogo essa mi abbia portato o mi porterà.

Perché se un giorno mai dovessi tornare... lo farò a testa alta, questo è sicuro.

venerdì 22 agosto 2008

Chimere raggiunte


Da quando ho iniziato a camminare per le strade di questa nuova città mi sento strana. Insomma, uno desidera tutta la vita scappare via, andare lontano da dove si è nati è vissuti e poi? Ora che il sogno si realizza davvero sento una feroce nostalgia di casa, un magone che ogni tanto urla in gola. Che scherzo eh? Io che mi sono sempre spacciata per colei che avrebbe visto il mondo e vissuto in città diverse, colei che sarebbe tornata e mai restata... I sogni a volte si realizzano... ma siamo davvero pronti a vederli realizzati?

mercoledì 20 agosto 2008

auto/stop

Penso inizialmente a me che scrivo e mi viene da ridere, poi ci rifletto su e immagino la sua faccia, quando le mie pagine si riempiranno ed i suoi occhi leggeranno tutto ciò che io ho pensato fino ad allora...
intendo fino a quando non gli rivelerò la mia identità.
Da li inizierà tutta un'altra storia

lunedì 18 agosto 2008

Autostrada A4

Sono in partenza... in realtà in viaggio da un anno, o forse due...
ma la distanza che intercorre fra il dirlo ed il rendermene veramente conto è il passo che sto iniziando a fare oggi per crederci davvero.
Io che inizio a crederci davvero, solo quando inizio a scriverlo.